Addio Fottuti Musi Verdi è un film che spiazza. Che piaccia o meno, non si può certo dire che sia la solita commediola prodotta per portare sul grande schermo i fenomeni del web che negli ultimi anni sono entrati nella nostra quotidianità attraverso la rete.
Nuovo cinema fantasy-comico
Il film è altro dalla solita accozzaglia di sketch stile internet che ci si potrebbe aspettare. La naturale vis comica degli “sciacalli” napoletani scivola nel filone fantascientifico, proponendo il primo esempio fantasy-comico del cinema italiano.
Una sfida ambiziosa, quella dei the Jackal. A tratti addirittura troppo, per dei videomaker sfornati dal web senza arte né parte. Ma, se per convincere ci vuole ben altro, nemmeno possiamo parlare di delusione. In effetti, di arte, i ragazzi napoletani ne mettono sul piatto molta.
Nulla da dire dal punto di vista tecnico. Il film è ben girato, gli attori sono bravi, gli effetti speciali (complice anche la ormai perfezionata tecnologia) sono verosimili e convincono anche i più scettici. Viene però da chiedersi se tutto questo sia sufficiente a creare un film che accenda l’interesse e resti nella memoria.
Qualcosa in più
Forse un po’ di sceneggiatura in più e qualche citazione in meno non avrebbero sfigurato. Strizzare l’occhio al pubblico va bene, ma le apparizioni di Esposito e Cerlino, direttamente da Gomorra, rischiano di essere fuori luogo.
Addio Fottuti Musi Verdi avrebbe avuto bisogno di una marcia comica in più. Qualcosa per rendere più interessanti i momenti morti della fase centrale del film, riempiti dalle troppe espressioni facciali demenziali del pur bravo Ciro, che però a lungo andare può stancare se non adeguatamente supportato dalla spalla Fabio. Il desiderio della bella Matilde è un ulteriore elemento che, invece di vivacizzare l’azione, sembra appiattire il film e normalizzarlo alla stregua delle altre commedie tipiche nostrane.
Spicca un cammeo divertentissimo di un quanto mai autoironico Gigi D’Alessio: il suo sacrificio consente addirittura ai tre protagonisti di salvare la Terra. Chissà che non valga la pena di fare un tentativo anche nella realtà!