LA CULLA DEL DIO MORENTE (2009)
di Ivan Cenzi, Christian Favale, Francesco Rizzi
produzione: Angelo Palmieri e Interzone Visions (Roma)
con il sostegno del Comune di Sessa Aurunca (Caserta)
voce narrante Tiziano Trecca
suono Giuseppe D’Amato, Antonio Giannantonio
assistenti di produzione Angelo Duhul Stanziale, Raffaele Ciccaglione, Domenico Libero Fasano, Giovanni Palmieri, Eleonora Liberatore, Carlo Palmieri
interventi di Vincenzo Ago, Antonio Aurola, Emilio Galletta, Gianluca Sasso, Alberto Virgulto, Giuseppe Germani, Vincenzo D’Angelo, Alfredo De Angelis, Maria Loffredo
filmati d’archivio Dario Iacobelli
musiche Promises Unbroken (N. Castro) e Voices From The Mountain (N. Castro), eseguite da Nick Castro and The Young Elders; Una lacrima sulla tomba di mia madre (A. Vella), Mesto ricordo (P. Giannini), Alluttate (A. Virgulto), eseguite dall’Orchestra di fiati “Città di Sessa Aurunca” diretta dal Mo. Benedetto Zonfrillo; Schianto (S. Lombardo), eseguita da Amedeo Virgulto; Nenia funebre (S. Lombardo) eseguita da Mauro Bonelli e Amedeo Virgulto; Lugete Veneres (P. Bennati) eseguita dal Prof. Vincenzo Ago; Marcia funebre op. 35 (F. Chopin), eseguita da Giuseppe Germani
durata 65’ ca.
Ogni anno, durante il periodo pasquale, a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, i membri di alcune antiche confraternite cristiane compiono dei rituali che si tramandano ininterrottamente dal XVI secolo e che culminano nelle spettacolari processioni del Venerdì e del Sabato Santo. Durante questi eventi, delle statue rappresentanti il Cristo sofferente vengono trasportate per le affollate vie del centro storico da gruppi di portatori vestiti a lutto e con il volto coperto. Le statue vengono letteralmente “cullate” per lenire il dolore della Passione del figlio di Dio, sulle note di alcune marce funebri e di particolari forme di canto.
La culla del Dio morente non si propone però come semplice documentazione illustrativa di queste manifestazioni: l’obiettivo del film è di rielaborarne alcune suggestioni in una chiave più poetica e universale, al di là di ogni appartenenza religiosa o della semplice descrizione di un fenomeno di culto, per toccare delle corde profonde, che appartengono alla storia di ogni uomo.
Partendo dalle immagini girate sul campo, il film sviluppa una vera e propria struttura narrativa che tocca temi quali il mito, il sacrificio, il contatto e l’unione mistica, l’apparizione e la manifestazione divina.
Durante la processione della notte del Venerdì Santo, infatti, mentre dei giganteschi fuochi ardono nelle piazze, un violento nubifragio si abbatte sulla città e accade qualcosa di misterioso e ancestrale…
Il film è strutturato in sette capitoli che isolano gli aspetti essenziali delle tradizioni sessane, descrivendoli per mezzo di suggestioni visive, musicali e interviste ai diretti protagonisti. Nel contempo, essi costituiscono le tappe di una sorta di racconto mitico – enunciato da una voce narrante esterna – che si snoda lungo tutto il film e che parla del travagliato rapporto tra l’uomo e il trascendente, tra tempo e tradizione.