Piccolo racconto triste. Tratto da una storia vera…
È martedì 10 aprile 2018. Il concerto di Gianna Nannini al Palalottomatica di Roma coincide con una importante partita di Champions League. La Roma ospita il Barcellona nel ritorno dei quarti di finale. Dopo aver incassato un pesante 4 a 1 in Spagna, i giallorossi sono consapevoli che per andare avanti serve “almeno” un 3 a 0. Impresa impossibile! Il Barcellona è una macchina da guerra, in cerca del “triplete”: largamente in testa nel campionato spagnolo e già in finale di Coppa del Re, ha tutta l’intenzione di mettere le mani anche sulla principale coppa europea.
Gianna Nannini, zoppicante a causa di un infortunio, siede su un “trono”, da dove esegue alcuni degli ultimi successi insieme alle famosissime canzoni del suo lungo repertorio. La folla partecipa con entusiasmo. Il pubblico è eterogeneo. Dai coetanei della Nannini fino ai più giovani, tutti intonano le sue canzoni più belle, aiutandola nel non semplice compito di cantare seduta o appoggiata alle stampelle.
Davanti a me, un omone bello grosso e in carne, con una dubbia maglietta celeste, partecipa al coro. Ma subito si rabbuia. Gianna Nannini, dal palco, fa una previsione: “Stasera vinciamo”. Il pubblico romano approva l’augurio, poi il concerto. Da I maschi fino a Latin Lover, passando per Fotoromanza, Profumo, Sei nell’anima, America, Bello e impossibile, la folla è immersa in un pezzo di storia della canzone italiana, e per un po’ quello che succede allo Stadio Olimpico passa in secondo piano.
La Nannini chiede Roma capoccia
Poi all’improvviso un brusio di fondo si fa strada tra le ultime canzoni in scaletta. Sembra che la Roma stia sfiorando l’impresa. Prima di lasciarsi ingannare come i dipendenti della Megaditta di Fantozzi durante la visione della Corazzata Kotiomkin, si cerca conferma su Internet. Molti smartphone smettono di riprendere lo spettacolo e si connettono. È tutto vero: la Roma ha rifilato 3 gol al Barcellona senza subirne. Ma la partita non è ancora finita.
La Nannini dal palco chiede al pubblico di intonargli Roma capoccia di Antonello Venditti. Un modo per esorcizzare la paura e arrivare fino alla fine. Termina la canzone, e insieme al coro del pubblico termina anche la partita. La Nannini urla “Lo sapevooooooo”. La Roma ha compiuto il miracolo. Un miracolo sportivo che, nell’anno in cui l’Italia non va ai mondiali, ha un valore ancora maggiore, perché è la vittoria di un club italiano (non il migliore) contro la squadra di calcio più forte al mondo.
L’omone celeste davanti a me è sempre più inquieto. Si guarda intorno, non canta più, è ammutolito. Passa tutto il tempo a scrivere messaggi a qualcuno sul suo smartphone. Sembra essere a disagio, è come se volesse essere in qualsiasi altro luogo fuorché lì. Eppure ha pagato per assistere al concerto…
Notti magiche…
Il delirio calcistico prende il sopravvento anche sulla Nannini, che, sull’onda dell’entusiasmo generale, chiede alla sua band di suonare Un’estate italiana, la sigla delle “Notti magiche” di Italia ’90, e, prima di iniziare a cantare, indossa una maglietta della Roma, la n° 10 di Francesco Totti. La folla impazzisce, tutti cantano a squarciagola, è una serata bellissima, resa ancora più emozionante dalla vittoria della squadra di casa.
Ma qualcuno, nel frattempo, sta soffrendo di brutto. Sbircio sullo smartphone dell’omone celeste davanti a me: “Pure Roma capoccia ha cantato sta lurida latrina” scrive a qualcuno. Ecco svelato l’arcano: lui, tifoso laziale, preparato sul ricco repertorio musicale della senese Nannini, non si aspettava certo di spendere soldi per assistere ad un concerto intervallato da aggiornamenti e tributi sulla squadra di calcio da lui tanto odiata.
Un vero peccato! Ma la serata ormai è rovinata. Al termine, l’omone abbandona velocemente il suo posto per far ritorno al più presto a casa. Purtroppo, nel tragitto dovrà superare orde ingestibili di tifosi romanisti in delirio per l’evento sportivo dell’anno, ignari del fatto che lui, grande omone celeste diventato ormai piccolo piccolo, desiderava solo passare una serata diversa e divertente, partecipando (e non c’è dubbio di credere che sia stata l’ultima volta) al concerto di una delle più autorevoli rappresentanti della canzona italiana.
P.S. Due giorni dopo la Lazio, in corsa per l’Europa League, va a Salisburgo per la gara di ritorno dei quarti di finale, sicura di poter accedere alle semifinali dopo aver vinto 4 a 2 in casa. Dopo l’iniziale vantaggio, la Lazio si addormenta, perde 4 a 1 e viene eliminata. Per l’omone celeste, una settimana da dimenticare…