23 novembre – 90 secondi di terrore

23 novembre – 90 secondi di terrore

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I tremendi 90 secondi di Balvano.

Domenica 23 novembre di 31 anni fa. Balvano è un piccolo comune della provincia di Potenza, in Basilicata, al confine con la Campania. Tutti sono intenti a godersi il giorno di festa: chi gioca, chi si prepara per la sera, chi svolge attività domestiche… Ma c’è anche chi studia e chi svolge il proprio lavoro, come il parroco della chiesa di Santa Maria Assunta, che si prepara a celebrare la Messa delle 19:00.

In Chiesa si sono radunate molte persone, e tanti sono i bambini e i ragazzi in attesa della celebrazione eucaristica. Probabilmente essi non sanno, o forse ancora non glielo hanno raccontato, che il loro paese è noto, purtroppo, per essere stato teatro del più grave incidente ferroviario della storia d’Europa: appena 36 anni prima, una cifra mai del tutto definita di esseri umani (sicuramente più di 500) trovarono la morte nella “galleria delle Armi”. Il treno merci sul quale si erano rifugiati clandestinamente per fuggire dagli orrori della guerra e cercare altrove la speranza di una nuova vita, slittò sui binari bloccandosi nella galleria e sprigionando nell’aria una grande quantità di monossido di carbonio, che entrò nei loro polmoni durante il sonno.

I ragazzi partecipano alla celebrazione ignari del fatto che il loro paese, di lì a poco, sarà ancora protagonista, insieme a tanti altri, di un altro evento catastrofico: la natura farà il suo corso e l’opera dell’uomo intrappolerà ancora una volta molte persone in un destino crudele. Ma molti di loro non faranno neanche in tempo ad accorgesene.

La terra trema.

Sono esattamente le 19:34 quando la terra sotto i loro piedi inizia a tremare. Un attimo, un momento, forse solo qualche secondo. La terra non si ferma… 90 secondi sembrano niente nell’arco di una sola ora, eppure in quel minuto e mezzo, sembra essere arrivata l’Apocalisse. La terra non smette di tremare, e il soffito inizia a cedere. Tutti cercano di ripararsi, di fuggire. Mentre i primi corrono verso l’esterno, la parete anteriore della Chiesa e il portale d’ingresso cedono alla forza della natura, e implodono sulla folla che corre verso l’esterno. Il panico sorprende tutti. Chi ha avuto la fortuna di mettersi in salvo riesce solo a udire le urla straziate di chi è rimasto all’interno e ha appena visto scomparire un proprio caro sotto le macerie. Il tempo non esiste più, non si riesce a pensare, non si sa cosa fare. La Chiesa sta crollando, e chi è rimasto all’interno non ha più vie di uscita. 11 sono gli adulti, 66 i bambini e gli adolescenti: la loro corsa si ferma all’interno dell’edificio, per sempre…

terremoto Balvano

Vigili del fuoco all’opera dopo il terremoto a Balvano

 “Sciagurato”: così venne etichettato l’intervento di restauro che avrebbe dovuto mettere in sicurezza la Chiesa e che invece la fece crollare al primo tremore. Interventi architettonici fatti male, soccorsi tardivi, mancanza di aiuto da parte delle istituzioni… Arriva sul posto Giovanni Paolo II, cerca di dar loro coraggio. Ma i balvanesi sono persone dure, determinate. Tutti hanno perso qualcuno sotto quelle macerie, ma tutti devono darsi da fare, perché Balvano deve essere ricostruita.

Oggi a Balvano è l’anno 31… Sì, perché lì ormai si è soliti raccontare il passato anteponendo al discorso “prima del terremoto” o “dopo il terremoto”. Una medaglia d’oro al Merito Civile viene assegnata alla città, con la seguente motivazione: «In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione».

Chissà se questo basti a fare giustizia per quelle 77 anime volate via all’improvviso, insieme ad altre 3.000 strappate alla vita dalla furia terrestre e dall’incomprensibile e vergognoso lavoro di tanti costruttori.