20 settembre: nascono i Robinson

20 settembre: nascono i Robinson

20 settembre: nascono i Robinson 1200 900 studiopalmieri

Una sitcom targata “Bill Cosby”.

Il 20 settembre 1984 la rete TV americana NBC trasmetteva “Theo’s Economic Lesson”, episodio pilota della sitcom The Cosby Show. In quel primo anno, la serie TV ebbe un successo planetario. In Italia i diritti furono acquistati dalla Fininvest, che iniziò a mettere in onda la serie a partire dal 1986 con il titolo I Robinson.

L’enorme successo non derivò da una sapiente raccolta di battute in situazioni comiche legate all’esasperazione dei soliti stereotipi, ma fu il risultato di una ragionata esaltazione dell’unità della famiglia e del ruolo formativo dei genitori nella società moderna. Un’opera costruita quasi per intero dal suo protagonista principale, Bill Cosb, a cui fa riferimento il titolo originale della serie. In altri paesi, come in Italia, è stato utilizzato il cognome del personaggio principale, Cliff Robinson, variato rispetto all’originale e difficilmente pronunciabile Huxtable.

Bill Cosby

Bill Cosby è Cliff Robinson

Una famiglia modello.

La serie era stata pensata da Cosby come una risposta al continuo aumento della violenza e delle volgarità nei programmi televisivi, alle quali risponde proponendo il personaggio di Cliff Robinson, un padre apprensivo, dedito al lavoro e alla famiglia, senza vizi, ma molto simpatico e anche moderno nella gestione della prole. Cresce i suoi figli con saggezza e ironia, e anche nei momenti difficili affronta le situazioni con una buona dose di sarcasmo, che gli permette di indirizzare le decisioni dei figli senza fare alcun uso della violenza sia fisica che verbale.

Una dimostrazione viene data già dal primo episodio, in cui il discolo Theo, dopo l’ennesima pagella negativa, comunica di non avere alcuna intenzione di proseguire gli studi, intendendo invece iniziare a lavorare. Il padre, con tutta la pazienza possibile, gli dimostra quanto sia necessario lo studio per avere maggiori possibilità nel futuro, sentenziando poi tutto con la frase “Io sono tuo padre, e come ti ho messo al mondo così ti ci tolgo”.

La modernità di Cliff Robinson sta anche nel rapporto con la consorte. I due sono legati da un sentimento genuino, onesto, continuamente stuzzicato e rinsaldato. Marito e moglie non nascondono la loro passione e il loro desiderio anche fisico, se non alle figlie più piccole, che al termine del primo episodio irrompono nella camera da letto dei genitori proprio mentre questi si stanno preparando al “sistema più efficace per aumentare l’indice di ascolto”. Nella versione italiana, Cliff, con la voce inconfondibile di Ferruccio Amendola, sottolinea l’intento con la battuta “Ma si, facciamo contento Berlusconi”.

8 stagioni e tanto divertimento.

Una sitcom nuova, moderna e grottesca, che dispensa emozioni e lezioni di umanità insieme a tantissime risate, oltre ad offrire al pubblico uno straordinario repertorio musicale, grazie anche ad alcuni cammei di personalità come Dizzy Gillespie, Stevie Wonder e B. B. King.

i-robinson

La famiglia Robinson

Una famiglia, quella dei Robinson, appartenente alla colta e agiata classe borghese americana. Un fattore da non tenere certo in poco conto, in quanto permette di eliminare fin da subito lo stereotipo della famiglia afroamericana che deve darsi da fare per ottenere un posto nella società partendo dal basso. I coniugi Robinson sono professionisti colti e raffinati (ginecologo lui, avvocato lei). Cercano di insegnare ai figli l’educazione e le regole per comportarsi bene nel mondo esterno. Vivono inoltre la loro quotidianità nella più sincera e naturale ironia, lasciando fuori dal racconto ogni riferimento alle problematiche razziali e senza fare mai appiglio ad un “sentimento di appartenenza nera” che il colore della pelle potrebbe banalmente suggerire.

8 stagioni, 201 episodi, più di 80 ore di spettacolo ancora oggi modernissimo. Peccato che, nonostante l’estrema personalizzazione della serie nel suo autore e protagonista, questi si sia poi rivelato, nella sua vita privata, completamente diverso dal suo alter ego sul piccolo schermo: molto meno fedele e gentiluomo, e sicuramente meno fortunato.